Un racconto di draghi
Non mi chiamare tonto drago o ti faccio assaggiare il mio ruggito!
drammaturgia Verdiana Vono
regia Stefania Tagliaferri
con Alice Corni, Sauvage Rolla, Francesca Zanin
rumorista live Luca Gambertoglio
concept e puppet development
Carolina Grosa, Francesca Sudano
realizzazione puppet e sartoria Mariarosa Rosso, Alice Corni
disegno luci Verdiana Vono, Ivan Gerbore
fotografie di scena Francesca Nota
Durata 45 minuti
Primo studio aprile 2017
TRAMA //
Incastrati in un tramonto perenne, tre personaggi, che sono anche tre draghi, si muovono goffamente sulla scena. Acqua e Gomma hanno un amico da salvare, questo è l’inizio della loro avventura. Per ritrovare Buio e convincerlo a restituire la notte alla terra, i due amici devono attraversare paesaggi fantastici e prove terribili, sconfiggere ancora una volta le loro paure più profonde. E quando si incontrano, è lieto fine: fanno pace e mangiano tutti insieme la pizza, sotto le stelle.
NOTE SUL TESTO //
Cosa c’entrano un supermercato pieno di cose da mettere nel carrello e un mito cosmogonico sulla nascita del mare?
Coniugare poesia e divertimento, epico e quotidiano: questa è la sfida dell’autore, che anche in questo spettacolo rivolto ai ragazzi prosegue la ricerca per la scrittura di un classico contemporaneo.
La storia della buonanotte non è la fine, quando si appoggia la testa sul cuscino c’è un punto di partenza. Tre amici di età diverse, o forse senza età, hanno un drago. Tutti e tre. Lo hanno incontrato in momenti diversi della vita, ma sempre quando le loro paure stavano per prendere il sopravvento. Il drago è il totem di protezione e l’alter ego. Un tipo forte. Nato dalla paura e capace di canalizzarla e sconfiggerla.
Un racconto di draghi parla di amicizia e di ostacoli superati.
Uno spettacolo per sconfiggere i mostri o semplicemente per scoprire che anche i mostri possono essere belle parti di noi.
APPUNTI DI REGIA //
Tre attrici. Un rumorista. Cinque pupazzi. Un sacco di sassi. Una fetta di torta al cioccolato (l’ultima). Quattromilatrecentoventisei parole. La pizza… Quanti modi per raccontare!
Il racconto è l’anima dello spettacolo. Raccontare ai bambini una storia, dare spazio alle emozioni -belle e brutte, senza discriminazioni- di manifestarsi, mostrare il mondo interiore dei personaggi, seguirli fino alla risoluzione del problema e salutarli arrivati al lieto fine.
Abbiamo deciso di continuare a indagare la recitazione con i pupazzi, come nei nostri precedenti due lavori per bambini. Il teatro di figura entra ed esce dalla scena senza soluzione di continuità, non c’è una scatola magica, né una baracca dei burattini. Tutto avviene a vista, come in un gioco tra amici. Con poco, vorremmo creare mondi. Dove prima non c’era niente, lasciare un ricordo.
RUMORI DAL VIVO //
Immaginate di essere immersi in un suono: potreste finire al mare, i piedi baganati da una dolce risacca, o su una barca durante una tempesta, forse avete montato la vostra tenda vicino a un bosco e ora è notte? In questo spettacolo l’elemento sonoro si interseca agli altri linguaggi della scena per diventare esso stesso drammaturgia. A volte evoca, a volte racconta, a volte dà corpo a un’emozione. Se il rumore è impalpabile, tangibile è la presenza di Luca sul palco: la sua voce, il suo tavolo pieno di strumenti e oggetti, alcuni di recupero, altri corpi sonori D.O.C.S. di cui è anche artigiano, sono un segno, non solo un suono, nello spazio.
Fantasia e memoria possono cedere a queste suggesioni e farsi avvolgere dalla loro bellezza.